domenica 18 marzo 2012

Per un pugno di pere



Riposto il post (scusate il gioco di parole), perchè mi è stato fatto notare un errore :-/.. Scusate, mi era sfuggito. Cmq non sono una scrittrice e di errori ce ne saranno a volontà, vogliate perdonarmi, ma l'importante è condividere la mia esperienza ;).

Eh sì, non è un'allucinazione, finalmente la destinazione tanto agognata sembra vicina. Ormai è sera e la temperatura inizia a diminuire, ma non ci diamo per vinte e decidiamo di proseguire fino al prossimo parcheggio per camper. E' vero, il nostro non è proprio un camper, ma è comunque la nostra casetta su 4 ruote e nessuno potrà sfrattarci ;). Ci fermiamo per una foto ricordo che immortali questo giorno memorabile e la mia guancia fucsia (non si tratta di un effetto dovuto alla luce, è proprio fucsia a causa di una mega ustione! Il sole in oceania è potentissimo ed è molto facile scottarsi).
Tutto procedeva tranquillo, ma qualche km di strada sterrata più avanti ecco che un signore sui 40 anni muove le braccia in aria come a voler attirare l'attenzione di qualcuno. A noi ragazze di buon cuore viene spontaneo andare a vedere cosa stesse succedendo e se avessimo potuto fare qualcosa per aiutare quel pover uomo. Avvicinandoci, notammo che la sua vettura, a noleggio tra l'altro, era andata fuori strada e l'uomo non riusciva a rimetterla in carreggiata e, non essendoci campo per i cellulari, non sapeva come avvisare la moglie o almeno l'albergo dove alloggiava. Bob (non mi ricordo il suo nome, ma per comodità lo chiamerò Bob), ci racconto che si era allontanato per vedere un pò di animali notturni, ma si era distratto ed era finito fuori strada e ci sarebbe stato veramente molto riconoscente se avessimo potuto riaccompagnarlo nel suo albergo dove immaginava avremmo alloggiato anche noi. Non ci dilungammo in lunghe spiegazioni, ma lo portammo dal ranger, al quale spiegò la situazione e poi a dormire e gli dicemmo che noi saremmo andate a dormire in un ostello poco distante (per me ci ha prese per pazze, infatti nel bel mezzo della foresta non esisteva nessun ostello...). Lui ci pregò di aspettare un secondo, perchè, probabilmente, avremmo dovuto riportarlo dal ranger, invece andò in camera e scese con un sacchetto pieno di cibo: ci diede delle barrette di cereali, due pere, tre mele e altri generi di prima necessità per poter ricambiare in qualche modo il favore che gli avevamo fatto. Noi ringraziammo senza esitazioni, anche per quella sera riuscimmo a mettere qualcosa sotto ai denti ;-), ma col senno di poi mi sorge qualche dubbio: non è che il simpatico signore pensasse che fossimo delle poveracce senza soldi, cibo e letto e pensò bene di sfamarci per non averci sulla coscienza?! Ah ah, che bella la vita delle vagabonde. Solo in questo modo impari ad apprezzare i piccoli piaceri della vita. 
Dopo aver mangiato, abbiamo raggiunto il parcheggio vicino al bar di Cradle Mountain, siamo andate a lavarci, ci siamo coperte per bene (Simo, non ti ringrazierò mai abbastanza per avermi prestato i tuoi leggings!!!) e abbiamo preso sonno per le solite 4-5 ore aspettando una nuova giornata di trekking estremo!

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