lunedì 9 maggio 2016

Disoccupata sì, fallita no

Buona sera a tutti,
non ci sentiamo da un po' di tempo, ma ora sarò più libera. Eh sì miei cari, non mi sono classificata tra le prime due, così non posso continuare a svolgere il mio lavoro. Pazienza, non mi affliggo, mi dedico alla mia formazione, ai miei hobby, ad aiutare mia mamma con le sue attività e, last but not least, mi occuperò di mio figlio.
Ho qualche viaggio in programma, ma avrò anche meno soldini a disposizione, quindi dovrò studiare delle soluzioni di viaggio molto economiche, ma non mi faccio certo spaventare da questo.
Cerco di darmi carica, ma mi sento amareggiata. Ho oltre 30 anni, una laurea magistrale ottenuta 8 anni fa (eh sì, sono stata la prima del mio corso a laurearmi), ho seguito svariati corsi di formazione, mi sono sempre data un sacco da fare, eppur questo non basta. Non sono ancora riuscita a trovare la mia strada nè a fare un'attività che mi gratifichi. Fare la segretaria non faceva per me, io sono ambiziosa, dinamica, ho bisogno di nuovi stimoli continui e stare rinchiusa dietro una scrivania senza la possibilità di migliorare la mia posizione per me non è accettabile. Ora spero che mi ammettano al master Itals della Ca' Foscari, avrò una botta di c... almeno stavolta, che dite???
Mollare tutte ed andarmene dall'Italia potrebbe sembrare la strada più ovvia, ma no! Io in questa Italia ci credo e ci ripongo delle speranze. Vorrei riuscire a creare un futuro migliore almeno per le prossime generazioni senza lasciarmi abbattere da queste sconfitte.
Ripongo ancora fiducia nell'attività di mia mamma, sita in un piccolo paesino di montagna; nelle potenzialità del turismo nella mia terra; nelle capacità dei giovani di sfruttare questo nostro Paese, di rimboccarsi le maniche e creare qualcosa di nuovo. Sono forse una sognatrice??? A volte lo penso anch'io: a 32 anni è difficile che ti assumano, troppo vecchia per i tirocini formativi o per i contratti di apprendistato, troppo giovane per permettere alla ditta che mi assumerà di ottenere sgravi contributivi o agevolazioni. Mi sento tagliata fuori dal mondo del lavoro, sono in ansia perché devo crescere un figlio e sono arrabbiata con me stessa per non essere ancora stata in grado di trovare la mia strada.
Sono arrabbiata anche con le leggi italiane: ho accettato di lavorare per oltre 2 anni con la partita iva, ma d'altronde dovevo tirare a campà in qualche modo. Adesso mi ritrovo ad avere solamente un mese di disoccupazione e poi?? Non mi pare giusto che chi versa i contributi in proprio non abbia diritto agli aiuti statali. Perché i titolari di partita iva sono considerati dei lavoratori di serie B? Perché non hanno diritto alla malattia, al TFR, alle ferie e alla disoccupazione? Chi mi darà mai delle risposte? Chi si batterà per un futuro migliore? Chi la smetterà di versare i contributi e proporrà di gestirseli in autonomia? Non siete stufi di pagare la pensione a migliaia di persone, quando voi (noi) non ci andremo mai. La speranza dello Stato e quella di vederci morire prima dell'età pensionabile, ma si sbaglia. Io lotterò con tutte le forze! 

Dopo questo sfogo vi lascio. Scusate se riverso la mia rabbia su di voi, ho tentato di essere positiva e allegra, ma il senso di ingiustizia ha avuto il sopravvento.

Vorrei tanto rilassarmi così, in una jacuzzi all'ultimo piano di un palazzo a Dubai :-)