martedì 29 aprile 2014

Let's go down under with Marco.

Ecco il secondo racconto della giornata:



Non faccio premesse, ma pubblico direttamente il racconto di Marco Botter, un ragazzo che ho conosciuto durante il mio soggiorno in Australia e che, diversamente da me, sta ancora proseguendo.

"CIAO MARCO, TI CHIEDO GENTILMENTE DI CONDIVIDERE CON NOI LA TUA ESPERIENZA AUSTRALIANA. RACCONTACI UN PO' COME E' ANDATA..."


"Ciao a tutti,
il mio nome e Marco, e nel 2010 ho deciso di trasferirmi in Australia, a Melbourne per l'esattezza.
Sono della classe 75’, quindi quando mi sono trasferito avevo 35 anni e non sono potuto partire con un Working Holiday Visa."

"PERCHE' HAI DECISO DI CAMBIAR VITA?"

"Perché??? Per tanti motivi, i soliti diciamo: voglia di cambiare aria, voglia di vedere
posti nuovi, voglia di decidere e scegliere un lavoro senza la paura di rimettersi in
gioco..."

"COME E' INIZIATA LA TUA ESPERIENZA?"

"Partiamo dall'inizio. Nel 2010, quando ho deciso di partire, non parlavo inglese, non
avendolo mai studiato prima e non avevo possibilità di trovare lavoro, per cui ho dato priorità allo
studio della lingua - premetto che ancora oggi, dopo 4 anni, il mio inglese non è dei migliori, ma almeno mi permette di comunicare :-).
Ho speso i mie primi 10 mesi a scuola, facendo lavori saltuari che mi bastavano a
coprirmi le spese. Ero in Australia con uno “Student Visa” (un visto che può essere richiesto da chiunque abbia compiuto 16 anni e che permette di rimanere in Australia per un periodo pari alla durata del corso di studi. n.d.r.), poi ho cercato lavoro nel mio campo (sono un manutentore/saldatore). Sapevo che il mio lavoro era nelle liste “sponsorizzabili”, cioè tra quelle maggiormente richieste dal governo australiano.
Non mi soffermo su tutti i tipi di visto esistenti, ma vi invito a visitare i siti governativi per maggiori informazioni a riguardo.
Indipendentemente dal visto con cui entrate in OZ, almeno che non veniate in vacanza, sappiate che i primi mesi sono entusiasmanti, ma rimanere molti anni è molto dura: lavoro e studio molte volte si accavallano e controllare le finanze è molto complicato. I in Australia si guadagna bene, questo sì, ma si spende con altrettanta facilità.
Se si riesce a superare la fase iniziale e a trovare un lavoro fisso, tutto diventa più facile. Trovare lavoro non è difficile, ma per poter rimanere in Australia bisogna trovarlo sponsorizzabile...
Per quanto mi riguarda, tra le cose più difficili c'è stato l'adeguarsi al cibo: qui trovi tutti i cibi del
mondo, ma niente di paragonabile al cibo italiano!
Un altro aspetto da non trascurare è che bisogna abituarsi a non avere amici di “lunga data”: qui molti vanno e vengono, stanno 2/3 anni e poi ripartono, quindi è difficile avere compagnie durature.
Una delle cose più belle, però, è il poter incontrare gente proveniente da tutto il mondo: giapponesi, colombiani, thailandesi, spagnoli sono solo alcune delle comunità presenti in Australia. Qui puoi scambiare opinioni, assaggiare cibi provenienti da tutte le parti del mondo e avere degli amici sparsi per tutto il globo.
Io, personalmente, mi trovo bene in Australia e qui ci sono un sacco di cose da vedere.
Concludendo, posso dirvi che se volete partire dovete armarvi di tanta forza di volontà, voglia di lavorare, e di crearvi un futuro qua e così questa terra vi darà tante soddisfazioni, divertimento, vi presenterà paesaggi mozzafiato ma tutto questo, ripeto, non è gratis.
Spero di non demoralizzare o illudere qualcuno, ma voglio solo che vediate le cose in maniera realistica. Nel 2013 si sono trasferiti in Oz ben 132.000 italiani, ma non tutti ce la fanno a restare qui. Comunque, “in my opinion”, che il vostro viaggio duri un mese, un anno, o una vita, varrà sempre la pena farlo. Un'esperienza in Australia lascia sicuramente un segno nel cuore

In bocca al lupo a tutti!!!!

 MARCO"


GRAZIE MARCO PER AVER CONDIVISO LA TUA ESPERIENZA CON NOI E, ANCHE TU, TIENICI AGGIORNATI SULLA TUA NUOVA VITA AUSTRALIANA!


Sebastiano Casotto e la sua esperienza londinese

Inizia il ciclo di racconti dedicati a chi ha deciso di cambiare vita.
Vi posto l'esperienza di Sebastiano Casotto, un giovane ragazzo friulano che ha deciso di lasciare l'Italia per trasferirsi a Londra.


Ecco il suo racconto:

"Mi sono laureato in giurisprudenza, poi ho fatto i due anni di pratica tra Udine e Milano, alla fine dei quali ho deciso di venire a Londra per diverse ragioni: la lingua e la volontà di fare un'esperienza. Arrivato qua, fortunatamente, ho trovato subito lavoro come barista e mi son ben presto reso conto di essere stato fortunato perché in realtà la situazione qua non è più rosea come un tempo. Quello che era inizialmente un'esperienza pensata per 6 mesi circa è poi diventata una necessità perché da una parte non avevo passato l'esame per diventare avvocato e dall'altra la situazione in Italia è andata a rotoli, per cui poi le cose sono andate come segue: sono tornato a novembre di due anni fa, ho cercato lavoro puntando sull'esperienza londinese ma non mi ha risposto nessuno in 5 mesi, a quel punto vedendo i soldi finire ho deciso di ripartire e ricominciare tutto di nuovo. Di nuovo ho trovato subito lavoro ma anche sta volta è stata fortuna e anche sfortuna poiché mi son trovato imbrigliato in un posto che mi ha lasciato poco spazio per la ricerca di qualcosa di più vicino alle mie competenze. In generale quello che posso dire è che per noi giovani la situazione non è facile neanche qua. I costi sono aumentati vertiginosamente e gli stipendi medi sono tendenzialmente bassi, le condizioni lavorative sono quelle che sono perché ovviamente c'è chi se ne approfitta. La differenza rispetto ad anni fa è che la possibilità di passare a qualcosa di meglio si è di molto ridotta a causa della forte concorrenza e della stagnazione economica che, al contrario di ciò che si pensa, colpisce anche Londra. Da quello che vedo con le lauree tecniche tipo economia e ingegneria è più facile trovare un lavoro e riuscire a fare carriera, a parità di conoscenza dell'inglese, negli altri casi, invece, ci sono tanti sogni infranti perché a fare il barista o cameriere la lingua non si impara e comunque nel frattempo è difficile acquisire le competenze che i datori di lavoro richiedono.
Per concludere, un'esperienza di lavoro all'estero è fortemente consigliata dal mio punto di vista, ma va fatta molta attenzione a non perdersi per strada perché poi tornare indietro non è così semplice."

Come potete leggere, la vita non è rose e fiori neanche all'estero. Bisogna partire con la consapevolezza che incontrerete molti ostacoli e farete una bellissima esperienza, ma, spesso, il vostro curriculum non si arricchirà, perché sarete costretti a lavorare per sopravvivere e non potrete puntare immediatamente al lavoro dei vostri sogni.
Non fraintendetemi, un periodo all'estero è vivamente consigliato, ma è giusto partire sapendo che incontrerete anche degli ostacoli.

Grazie Seba per il tuo racconto e tienici aggiornati su eventuali novità :-)

lunedì 20 gennaio 2014

Viaggio studio a costo zero. Che ne pensate?!

Ciao ragazzi,
Mi scuso per la luuuuunga assenza :-/
Durante l'ultimo periodo ho lavorato come traduttrice e ho cercato di trovare nuove idee per il mio sito www.hilarymolin.com, oltre che lavorare e impegnarmi alla -speriamo- imminente apertura dell'asilo nido Mariposa :-) Che emozione!
Stanotte, tanto per cambiare, Ricky non aveva sonno e ho partorito un'idea che vorrei condividere con voi per avere un'opinione a riguardo.
Che ne pensate di viaggi-scambio per imparare le lingue? Una sorta di coach surfing culturale: sarò ospite di una famiglia Giapponese per un mese e offrirò il mio aiuto in cambio di conversazione gratuita tutto il giorno e qualche ora di lezione vera e propria tenuta da un membro della famiglia, poi ricambierò il favore a questa o ad un'altra famiglia che verrà da me e dovrà parlare solo italiano. Che ne dite?! L'home language exchange potrebbe funzionare?!

Attendo con ansia pareri e suggerimenti.
Ciaooooo