giovedì 16 febbraio 2012

I speak you, you speak me

Dopo una notte trascorsa in macchina e una giornata a camminare per raggiungere luoghi incantati, siamo giunte a Launceston decise a trovare un backpackers hostel per poter usufruire di un bagno più o meno decente e poterci fare una vera doccia. Hilary alla guida, Simo con la sua inseparabile lonely planet e Fra telefonista. Simona cercava diligentemente i numeri di telefono dei vari ostelli e Fra, il cui telefono era l'unico ad avere campo, chiamava. Dal primo ostello non abbiamo ricevuto nessuna risposta, il secondo era tutto pieno, il terzo costava troppo, il quarto era troppo fuori città, ma ce ne ha indicato un altro e ci ha dato il numero dicendoci che ci avrebbe risposto Ryan, il proprietario. Con una nuova luce negli occhi, Fra digita il numero e dopo pochi secondi sentiamo: "Ryam, I speak you, you speak me ;-), I need three beds for tonight"... Io e Simo cercavamo di trattenere le risate avendo estremo bisogno del telefono di Fra, ma non sappiamo se lascieremo di nuovo il gravoso compito delle prenotazioni sulle sue spalle :)... In un modo o nell'altro siamo comunque riuscite a trovare l'ostello, ma si presentò un altro problema: da che parte si entrerà mai?! Abbiamo spiato all'interno e tutto sembrava deserto da tempo. e non c'era nessun ragazzo nelle vicinanze, cosa molto strana per un backpacker. Non ci restava che richiamare Ryan e confidare nell'inglese di Fra.

"Driiiin, driin, driiin......... driin..."

Niente da fare, Ryan era svanito nel nulla. Demoralizzate, tornammo in città alla ricerca di un albergo. Forse, spendendo qualcosina in più, un letto lo avremmo trovato. Fermammo un esiguo numero di passanti e ci indicarono un pub che, all'occorrenza, era anche ostello.. bah, vai tu a capirli questi australiani :-). Non avendo nulla da perdere, seguimmo il consiglio del gentil signore, andammo al pub e dovemmo aspettare la chiusura del locale (non chiedetemi il perchè, ma il proprietario era molto vago e non riuscivamo a capire se avesse disponibilità o meno). I letti c'erano, ma, a detta del proprietario, c'era un problema: il pub-ostello ospitava un soldato di guerra appena tornato dall'Afghanistan e non voleva essere disturbato, oltre ad esigere massimo riserbo.. Boh, noi volevamo solamente lavarci e dormire. Potevamo o no?! Leggermente irritate, decidiamo di aspettare ancora un pò. Finalmente il giovane barista ci degna di considerazione e, con aria misteriosa, ci da le chiavi della stanza. Paghiamo e andiamo immediatamente in stanza. Eravamo sole e l'ostello era il migliore che avessimo mai visto.
Come dire, tutto è bene quel che finisce be
ne!



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